sabato 9 febbraio 2008

DIARI 1967-1968 Palermo Venezia





Dal diario 1967-68 PALERMO VENEZIA
Giovanni Allotta


A Freunde (A LETIZIA)
Letizia vive tutt'oggi a Palermo ed è d'allora rimasta sempre una grande amica con la quale mi frequento. Attualmente è sposata e ha due figli grandi.
M A R Z O 1967.
A)Seguo come in musica
la tua ombra: ti muovi
nelle ansie di giovani ricordi.
Forse piangi?
Timida e quieta
esiste la tua persona
mentre la sera richiama ancora
la tua paura
e t'inquieta la fantasia.
Perchè tutto questo?
Umidi, in una gioia lieve,
osservo giocare
i tuoi occhi, come ricercatori
d'ignote figure.
Raccolgo parti del tuo
respiro,
mentre sento con nostalgia
l'essenza profonda
che possiede
tutta la tua figura.
2)Lieve respiro: ascolto
la tua
singola vita; mia amica,
digiuna di parole.
Forse innamorata
dei garbati odori dell'ormai
vicina primavera
che prepara il bosco.
Ti dipingo in poesia
come se t'avessi perduta:
singhiozzo
è l'eco della mia meditazione crudele.
Eppure è ardito il tuo cuore
come messe matura
di desideri inappagabili,
troppo sublimi
o troppo umani...
Tu forse non m'ami.
Cos'è per te l'amore?
Quel qualcosa che nella tua vita
avrà sempre d'avvenire.
C)Esteso amore,
sconvolto.
Piansi nel silenzio
il trascorrere di ore in una
libertà prigioniera.
Rosicchiare ricordi
inutili
per colei che ho amato
in desideri tribolati ma stolti.
Mie ore illuse,
disegnate da desideri
d'un battito pensieroso
e che si smarriscono
nel contenuto della
memoria.
Si, mi smarrisco in questa
medesima poesia
d'un ritmo senza senso.
Il 1967 segna un momento assai difficile dei miei 20 anni, è arrivata quasi la fine del mio soggiorno palermitano.
Si va acutizzando la mia passione amorosa per Letizia, di pari passo all’approfondimento interiore del rapporto d’amicizia vero, concreto che maturavo per questa bella ragazza palermitana.
Tuttavia, tramite un’analisi più profonda, andando ben oltre il senso delle frasi che appaiono appropriate per Letizia, la verità intrinseca delle tre poesie è più complessa. Letizia, in questi tre momenti poetici serve da "transfert" al fine d' esprimere l’angoscia di un’epoca della propria vita che non riesce a trovare un senso alla sofferenza vissuta per quegli anni trascorsi a Palermo.
Non volevo rimanerci più. Sentivo che quell’amarezza non mi dava spazio per una futura soluzione di vita,; forse anche non assolutamente pronto per aprire in un chiarimento del mio sentimento amoroso per quella mia carissima compagna di liceo artistico.
In questo speciale travaglio nello stesso tempo riuscivo a sublimare, nel possibile, l’amore vero e proprio per Letizia in un’amicizia sempre più profonda e disinteressata.
Volevo, innanzitutto, andarmene a tutti i costi da quella città.
Andrebbero ancora meglio approfonditi alcuni passi delle poesie qui riportate; forse rabbia o tormento anche per la vita lasciata “in sospeso” a Trieste, lasciata bruscamente per conoscere la terra natia e mio padre.
Si rivela ancora, prestando bene attenzione a certi passaggi, dei riverberi del rapporto tenuto con la madre, triestina.
Si direbbe: una situazione edipica interessante!

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